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DIARI D’AMORE

Nanni Moretti sceglie il “teatro delle chiacchiere” di Natalia Ginzburg per metterci davanti ad uno specchio, che ci mostra inadeguati, spettatori indifferenti di fronte alle tragedie della vita.

foto Alberto Novelli

Nanni Moretti, già assiduo frequentatore delle sale teatrali, ha deciso qui di farsi ‘primo spettatore’ per dirigere cinque attrici e attori di primissimo piano, non più da dietro la sua cinepresa, ma affrontando “lo spavento” del palcoscenico. Quello “spavento”, che definisce lo scarto tra l’intimità della parola scritta e il clamore della parola detta di fronte a un pubblico dal vivo: termine usato, in questa accezione, da Natalia Ginzburg, che il cineasta ha scelto come autrice per questo suo ingresso da regista nel teatro di prosa. Nanni Moretti con Natalia Ginzburg ci racconta nuclei familiari disarmonici, gente che si lascia vivere senza entusiasmi, esseri deboli, dai valori etici inconsistenti. Con sguardo ironico apre il sipario su intimità domestiche nelle quali il conflitto cede il posto all’indifferenza, svelando la fatuità di uomini e donne emotivamente e moralmente inetti. Natalia Ginzburg gioca con i valori cari alla società borghese: matrimonio, fedeltà, maternità, amicizia sono trattati con parole di una levità che ne rivela tutte le fragilità. Questa leggerezza diventa una lente di ingrandimento, una chiave di lettura fredda, che converte in commedia fatti altrimenti tragici della vita dei protagonisti. E al tempo stesso si fa denuncia: di una società che rimane indifferente di fronte ai fatti della vita, che non partecipa mai per davvero, che rimuove quel poco di senso di colpa che a volte, timidamente, affiora. Moretti sceglie il “teatro delle chiacchiere” di Natalia Ginzburg per metterci davanti ad uno specchio, che ci mostra inadeguati, spettatori indifferenti di fronte alla complessità e alle tragedie della vita.   

“Natalia Ginzburg – dichiara Valerio Binasco, protagonista dello spettacolo e profondo conoscitore del teatro della Ginzburg – per me è tra i più importanti autori italiani. Anche se la sua immaginazione poetica non è attratta dall’eccezionalità o dall’assurdo, il suo stile “semplice” e musicale, l’umorismo dolce e le partiture sofisticate delle “chiacchiere” che riempiono le sue opere arrivano a toccare corde emotive fortissime, restituendo grandezza e profondità a personaggi solo apparentemente “piccoli”. Si viaggia con ironia tra i toni malinconici di una poesia fatta di elementi quotidiani e domestici e si resta affascinati dalla musicalità originale dei suoi dialoghi. La Ginzburg ha una penna leggera, ma scava gli animi, e i suoi sono personaggi ritratti con incredibile maestria psicologica, degna di autori come Čechov”.


DIARI D’AMORE
Dialogo | Fragola e Panna
Due commedie di Natalia Ginzburg 
Regia Nanni Moretti
Scene Sergio Tramonti
Luci Pasquale Mari
Costumi Silvia Segoloni
Musiche Franco Piersanti
Con Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi

Assistente alla regia Martina Badiluzzi
Direzione di produzione, casting Gaia Silvestrini
Assistenti al casting Martina Claudia Selva, Benedetta Nicoletti
Responsabile area artistica, programmazione e formazione Barbara Ferrato
Responsabile area produzione Salvo Caldarella
Responsabile area allestimenti scenici Marco Albertano
Direttore di scena Gianluca Tomasella
Capo elettricista Fabio Bozzetta
Macchinista Luca Tienforti
Fonico Alessandro Innaro
Sarta di scena Benedetta Nicoletti

Produzione Carnezzeria Srls, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, ERT Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, Théâtre National Populaire, La Criée – Théâtre National de Marseille, Maison de la Culture d’Amiens 
In collaborazione con Carrozzerie n.o.t 

foto di scena Luigi De Palma
foto di copertina Alberto Novelli


DURATA 1h30

La tournée:
9 – 29 ottobre 2023, Torino, Teatro Carignano
31 ottobre – 5 novembre 2023, Bologna, Arena del Sole
8 – 12 novembre 2023, Modena, Teatro Storchi
14 – 26 novembre 2023, Milano, Piccolo Teatro – Sala Grassi
30 novembre – 7 dicembre 2023 | Villeurbanne, Théâtre National Populaire
12 – 13 dicembre 2023, Tolone, Théâtre Liberté
15 – 17 dicembre 2023, Marsiglia, La Criée
20 – 21 dicembre 2023, Lugano, Lac
10 – 21 gennaio 2024, Napoli, Teatro Mercadante
25 – 26 gennaio 2024, Amiens, Maison de la culture
23 maggio – 2 giugno 2024, Roma, Teatro Argentina
6 – 16 giugno 2024 | Parigi, Théâtre de l’Athénée


Fragola e panna, Natalia Ginzburg, 1966
La scena si svolge ai giorni nostri, in una villa di campagna, dove abitano Flaminia e Cesare, con la domestica Tosca. Un pomeriggio in cui il marito è fuori città, irrompe in questa quiete borghese la giovane Barbara, che è scappata di casa lasciando dietro di sé un marito e un figlio piccolo. La ragazza chiede di Cesare, di cui senza pudore rivela d’essere amante, si aspetta di essere accolta, non ha un posto dove andare, né intende tornare a casa, dove il figlioletto le è divenuto un peso, e il marito tradito le fa paura. Nell’attesa del rientro di Cesare, tre donne si fanno intorno alla giovane ‘randagia’: Flaminia offre all’amante del marito del cibo e un po’ di denaro; la sorella di lei, Letizia, si propone di risolvere la questione accompagnando la ragazza in un ricovero tenuto da suore, e la domestica Tosca, forse l’unica vera partecipe del dramma. In questo ambiente domestico, violato dall’ingresso di un’estranea (doppiamente intrusa è la giovane Barbara: per differenza sociale e per illegittimità di ruolo), si sviluppano piccoli conflitti, acri, ma incapaci di produrre un cambiamento, e di modificare rapporti dati per scontati e resistenti ad ogni stimolo esterno. Nemmeno la possibile, se non probabile, morte per suicidio di Barbara, scuote nel finale le coscienze dei tre. 

Dialogo, Natalia Ginzburg, 1970
Dialogo è un lungo atto unico comico, e comincia in media res: Francesco e Marta sono una coppia, li vediamo la mattina, ancora a letto, discutono di piccole cose quotidiane, fino a che affiora dalle parole di lei la confessione di un tradimento: come per caso si è innamorata del vicino di casa, fidato amico di lui, stanno addirittura progettando di andare a vivere insieme. Non v’è tragedia nella reazione di Francesco, non c’è gelosia. E alla fine tutto rimarrà come prima. L’amante ‘scappa’ in vacanza con la legittima moglie, senza congedarsi né dall’amico né dall’amante; e anzi lascia loro pure il cane da accudire, la coppia se lo vede recapitare alla porta di casa dal cameriere di lui. 
Anche qui la quiete domina sovrana su ogni possibile sommovimento nella vita dei protagonisti 


NANNI MORETTI nasce il 19 Agosto 1953 a Brunico, in provincia di Bolzano. La sua infanzia è a Roma, segnata da due passioni, il cinema e la pallanuoto, giocherà anche nella Nazionale Giovanile e in serie A nella Lazio. Dopo la maturità classica, Nanni compra una cinepresa Super 8 con la quale, nel 1973, gira due cortometraggi: La sconfitta, storia e crisi di un giovane militante e Pâté de bourgeois, su alcuni amici disillusi e su una coppia in crisi. Questi due corti segnano già l’esordio ufficiale nel mondo del cinema, partecipando al Festival di Venezia. Nel 1976 esce il suo primo lungometraggio, ancora un Super 8, successivamente gonfiato in 16 mm, Io sono un autarchico, in cui fa la sua prima apparizione il personaggio di Michele Apicella, suo alter ego in molti film successivi. Presentato nello storico cineclub romano Filmstudio, il film rimane in programmazione per molti mesi ottenendo grande successo di pubblico e di critica. In meno di due anni la sua popolarità varca i confini nazionali, conquistando il pubblico francese, con Ecce bombo (1978), in concorso al festival di Cannes. La risposta del pubblico è enorme, Ecce bombo è un vero e proprio successo commerciale. Il 1981 è l’anno di Sogni d’oro, che si aggiudica il Gran Premio Speciale della Giuria presieduta da Italo Calvino al Festival di Venezia. Segnano la definitiva affermazione internazionale Bianca del 1983 e La messa è finita del 1985, con cui vince l’Orso d’Argento a Berlino, e riscuote successo in tutta Europa; la prima proiezione alla Cinémathèque Française è seguita da dieci minuti di applausi. Nel 1986 fonda la Sacher Film con Angelo Barbagallo. Il primo film prodotto è Notte italiana di Carlo Mazzacurati, presentato nell’87 a Venezia; l’anno dopo è la volta di Domani accadrà, opera prima di Daniele Luchetti. Nel 1989 esce Palombella rossa, presentato a Venezia all’interno della Settimana della Critica. Il 1990 Nanni firma il primo documentario, La cosa, sul dibattito interno al Partito Comunista Italiano, che porterà alla nascita del PDS. Nel 1991 nasce il cinema Nuovo Sacher, nel quartiere di Porta Portese a Roma, da allora punto di riferimento per la distribuzione dei film di qualità. Caro diario, del 1993, suo settimo lungometraggio, è nuovamente un enorme successo, conquistando, tra gli altri, Nastro d’Argento, Premio per la miglior Regia a Cannes, David di Donatello e Premio della Critica a Berlino. Nell’Aprile del 1996 nasce il figlio Pietro; lo stesso periodo segna la vittoria elettorale di una coalizione di centro- sinistra. Quell’Aprile darà il titolo al film che racconterà questi eventi, e che uscirà nelle sale nel 1998, decretando la scomparsa di Michele Apicella. Il film successivo è La stanza del figlio (2001), Palma d’Oro al festival di Cannes. Sul versante politico Moretti fa sentire la propria voce, scendendo in piazza nell’intento di risvegliare una sinistra sopita, dando vita al movimento cosiddetto dei “girotondini”. Nel 2006 esce Il Caimano, in cui chiama l’attore teatrale Elio De Capitani a interpretare Silvio Berlusconi. Con Habemus Papam del 2011 Nanni torna in concorso Cannes. Del 2015 è Mia madre in cui sceglie come protagonista un’altra grande interprete teatrale, Giulia Lazzarini. Nel 2021 è il suo ultimo film, Tre piani, la cui sceneggiatura per la prima volta non è basata su un soggetto originale. Il 20 aprile 2023 esce nelle sale il suo ultimo film, Il sol dell’avvenire.
Nel 2023 Nanni firma la sua prima regia per il teatro, Diari d’Amore.

NATALIA GINZBURG, nata Levi (Palermo 1916 – Roma 1991) è figura di primo piano della letteratura italiana del Novecento. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Torino. Della sua prima giovinezza racconta in alcuni testi autobiografici, fra cui I baffi bianchi (in Mai devi domandarmi, 1970). Compie gli studi elementari privatamente, si iscrive poi al Liceo Ginnasio Alfieri di Torino. Esordisce nel 1933 con il primo racconto, I bambini, pubblicato dalla rivista Solaria. Nel 1938 sposa Leone Ginzburg, col cui cognome firmerà in seguito tutte le proprie opere. Stringe legami con i maggiori rappresentanti dell’antifascismo torinese, in particolare con gli intellettuali della casa editrice Einaudi con la quale il marito, docente di letteratura russa, collaborava. Nel 1940 segue il marito in Abruzzo al confino per motivi politici e razziali, vi rimarrà fino al 1943. Nel 1943 pubblica sotto pseudonimo il primo romanzo, La strada che va in città, che nel 1945 sarà ristampato a suo nome. Nel febbraio del 1944 il marito viene torturato e ucciso nel carcere romano di Regina Coeli. Nel 1947 esce il secondo romanzo È stato così con cui vince il premio letterario Tempo. Nel 1952 pubblica Tutti i nostri ieri; nel 1957 il volume di racconti lunghi, Valentino, che vince il Premio Viareggio e il romanzo Sagittario; nel 1961 Le voci della sera. Nel 1962 esce la raccolta di racconti e saggi Le piccole virtù, e nel 1963 vince il Premio Strega con Lessico familiare, memoir che viene accolto da un forte consenso di critica e pubblico. Nel 1970 esce Mai devi domandarmi e nel 1974 Vita immaginaria. I temi del microcosmo familiare tornano con il romanzo Caro Michele del 1973, con il racconto Famiglia del 1977e con il romanzo epistolare La città e la casa del 1984. Autrice anche di teatro, Natalia Ginzburg firma alcune commedie celebri quali Ti ho sposato per allegria, che debutta nel 1966 con Adriana Asti, L’inserzione, che debutta nel ‘68 al National Theatre di Londra con il titolo The Advertisement; Fragola e panna del 1966; La segretaria del 1967; Dialogo (1970); Paese di mare del 1968; La parrucca (1971); La porta sbagliata (1968); La poltrona (1985); L’intervista, scritta per Giulia Lazzarini nel 1988; Il cormorano, prima rappresentazione nel 1991 al Mittelfest. Protagonisti delle commedie della Ginzburg sono persone ignare della realtà e di sé stesse, uomini e donne senza entusiasmo e senza grandi capacità di cavarsela. È una rappresentazione della famiglia che dà conto e a volte anticipa le evoluzioni della società italiana e che ancora può essere letta con una buona dose di identificazione da parte di molti. Sono commedie con una tristezza di fondo, ma che facevano e ancora fanno ridere. L’allegria, più che nei personaggi, è nelle parole con cui si giocano in modo leggero i destini dei rapporti fra uomini e donne, fra individuo e individuo. Questa attenzione linguistica e l’invenzione di un italiano parlato musicalmente, inconsueto nel nostro teatro, rendono Natalia Ginzburg – come racconta Domenico Scarpa nel saggio contenuto nel volume Natalia Ginzburg, Tutto il teatro, Einaudi 2005 – una autrice non troppo distante da maestri europei del dialogo come Beckett, Pinter, Compton-Burnett. 

SERGIO TRAMONTI, pittore e scenografo, debutta in teatro anche come attore nel Woyzeck di Büchner (firma costumi e maschere) con la regia di Carlo Cecchi. Con Carlo a Roma incontra Elsa Morante e con lei Pier Paolo Pasolini che lo sceglie per recitare con Maria Callas nella sua Medea. Subito dopo Elio Petri lo vuole accanto a Gian Maria Volonté in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Tra gli anni ‘70 e ‘80 mette in scena con Carlo Cecchi: Molierè, Pirandello, Cechov, Shakespeare.  Lavora anche con: Enriquez, Proietti, Gregoretti e Arias. Dal ‘99 inizia il sodalizio in lirica con Mario Martone: La trilogia di Mozart (premio Abbiati per Don Giovanni) al Teatro San Carlo e poi Così fan tutte a Ferrara con Claudio Abbado. Lulu di Alban Berg al Teatro Massimo di Palermo, Un ballo in maschera al Covent Garden con Antonio Pappano, Cavalleria rusticana, Pagliacci, Oberto e Luisa Miller alla Scala di Milano. Con la regia di Andrea de Rosa Matrimonio inaspettato a Salisburgo con Riccardo Muti e poi Maria Stuarda al San Carlo. Aida con direttore Oren all’Arena di Verona. Cavalleria rusticana al San Carlo con la regia di Pippo Del Bono (Premio Abbiati). Al Petruzzelli Elektra di Richard Strauss con Gianni Amelio. The Bassarids di Hans-Werner Henze al Teatro dell’Opera di Roma e infine Sancta Susanna di Hindemith con la regia di Mario Martone all’Operà Paris – Bastille. Riprende dal 2014 a lavorare con Carlo Cecchi per il Teatro Stabile di Ancona: La dodicesima notte di Shakespeare, Enrico IV di Pirandello e infine Il dolore sotto chiave di Eduardo De Filippo.

PASQUALE MARI ha vent’anni quando nel 1979 insieme al regista Mario Martone fonda il gruppo “Falso Movimento”, seguito a distanza di qualche anno dalla compagnia “Teatri Uniti”. Da allora, teatro, lirica, cinema e arte contemporanea sono le costanti di un impegno che interpreta la luce come pratica comune in questi campi di ricerca. Da free-lance della scena italiana è stato collaboratore tra gli altri di Carlo Cecchi, Andrea De Rosa, Toni Servillo, Filippo Dini, Arturo Cirillo, Valerio Binasco, Massimo Popolizio, Alessandro Gassmann, Michela Lucenti, Kriszta Szekeli, Lulu Helbaek e Simone Ferrari. Nel 2019 ha disegnato le luci della mostra Il Meraviglioso Mondo della Natura a Palazzo Reale di Milano, nel 2021 Fede Galizia al Castello del Buon Consiglio di Trento e Breath Ghosts Blind di Maurizio Cattelan al Pirelli Hangar Bicocca di Milano. Nel 2022 ha illuminato il Padiglione Italia della Biennale Arte al fianco dell’artista Gian Maria Tosatti ed è stato consulente per la mostra Il Corridoio Rosso nell’ambito della 23a Triennale di Milano. Nel 2023, sempre con Gian Maria Tosatti, cura la mostra NoWhere all’Hangar Bicocca. In ambito cinematografico, tra le sue direzioni della fotografia più importanti ricordiamo Teatro di Guerra di Mario Martone, Le Fate Ignoranti di F. Ozpetek, L’Uomo in più di Paolo Sorrentino, L’Ora di religione e Buongiorno, Notte di Marco Bellocchio. È stato premiato due volte con il Globo d’oro e il premio Ciak alla fotografia, il premio Sacher e tre volte con il premio Maschere del Teatro; nel 2021 ha ricevuto il Premio Ubu al miglior disegno luci per gli spettacoli Misery e Solaris. Nel 2021 ha pubblicato con Cristina Grazioli il volume Dire Luce, ed. Cue Press.

SILVIA SEGOLONI, dopo il diploma di maturità al Liceo classico e un diploma di laurea in Tecnica pubblicitaria, ha vissuto cinque anni a Berlino dove ha studiato fotografia e tedesco, per poi iniziare l’esperienza nel mondo del cinema. Dopo qualche anno in cui lavora in piccoli progetti e cortometraggi, nel 2009 lavora nel reparto costumi di “Habemus Papam”, regia di Nanni Moretti con i costumi di Lina Nerli Taviani. Nel corso degli anni lavora con vari costumisti e in vari progetti, con Daniela Ciancio ne “L’Estate sta finendo” di Stefano Tummolini, con Florance Emir ne “La Certosa di Parma” di Cinzia Th Torrini, con Maria Rita Barbera ne “La città invisibile” di Luigi Lo Cascio, ancora con Lina Nerli Taviani ne “Cha Cha Cha” di Marco Risi e “Viva la Libertà” di Roberto Andò. Come assistente di Valentina Taviani lavora nei film “Mia Madre” e “Tre Piani” di Nanni Moretti. Con Carlo Poggioli lavora come assistente in diversi progetti italiani e stranieri, “The Young Pope” di Paolo Sorrentino, “Starbright” di Francesco Lucente, “Waiting for the Barbarians” di Ciro Guerra come coordinatrice italiana ai costumi. Con Caterine Buyse lavora alla serie “Anna” di Nicolò Ammanniti ed è assistente di Mariano Tufano nel film “Looking for Oum Kulthum” della regista naturalizzata americana Shirin Neshat. Tra i progetti internazionali, ha fatto da assistente a Odette Gadoury nella serie “Blood&Treasure2” regia di Stephen Scaia, e ad Antoinette Messam nel film “Pins&Needles” di Jaymes Samuel, non ancora uscito sul mercato americano. Dal 2020 ha firmato i costumi di piccoli progetti e nel 2022 Nanni Moretti la sceglie come costumista de “Il Sol dell’Avvenire”.





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